Ho saltato il secondo appuntamento di The Beloved, lo so. Mi dispiace. Ma non ho ancora preso il ritmo di questa nuova serie, e quando ho guardato il calendario mi sono accorta che il giorno in cui avevo promesso avrei scritto il pezzo era bell’e che passato.
Suppongo comunque che mi perdoniate, e vi parlo di un libro più che amato. Un libro fondamentale. Il libro che mi è venuto in mente quando mi ho partecipato a un’iniziativa Mondadori in cui bisognava raccontare il libro della propria vita. Domanda difficile, difficilissima, e a cui però poi la risposta è venuta in fretta, spontanea.
Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov.
Stava nella libreria della sala, questo libro, quando avevo 12 o 13 anni e cercavo dei libri “da grande”. Stava tra i romanzi che leggevano mio padre e mia madre, che erano in bella vista ma avevano un’aura intoccabile. Un giorno l’ ho preso dallo scaffale e cominciato a leggerlo: Il maestro e Margherita era un bel titolo, peccato che fosse anche incomprensibile, proprio inarrivabile. L’ho dovuto abbandonare.
Non che non fossi tenace. E di rado lasciavo un libro senza averlo finito (sono così anche ora). Ma questo era al di là delle mie possibilità.
Però il titolo mi è rimasto impresso, e di sicuro c’era qualcosa, in quel libro, per cui verso i 16 o 17 anni l’ho ripreso in mano. E questa volta l’ho letto tutto.
Forse lì per lì non me ne sono accorta, ma è il libro che ha cambiato la mia percezione dei libri.
Leggendo Il maestro e Margherita mi sono resa conto di quanto può essere vero un mondo immaginario, costruito da qualcuno rimettendo insieme, in una forma mai vista prima, meravigliosa e fantastica, tutto quello che tutto il genere umano prima di noi ha immaginato, e di come si può vivere una vita piena e ricca e vera dentro quel mondo immaginario.
Era la scoperta della letteratura e del potere della letteratura, vi dico adesso. Allora era soprattutto un senso di meraviglia e di scoperta, e la gioia di aver trovato qualcosa che era solo mio: che potevo raggiungere in qualsiasi momento, per cui non avevo bisogno di permessi e neppure di compagnia. Da adolescenti, una scoperta così è la salvezza.
E poi crescendo si scopre che ogni libro davvero bello, ogni libro degno di essere ricordato, produce sempre quel senso di scoperta e di meraviglia.
Ma Il maestro e Margherita è stato il primo, e per questo resterà sempre nel mio cuore.
L’ha ribloggato su Chic After Fifty.
"Mi piace""Mi piace"